E’ sera.
Anna distesa sul divano con un bicchiere di vino. Guarda dalla finestra le luci davanti a sé. Il mare non lo vede ma lo sente. Pensa a lui, a Victor e a sua figlia. Poi pensa a sé stessa, e all’operazione che di lì a qualche giorno andrà ad affrontare. Ha voglia di far qualcosa. Qualsiasi cosa. “Se fosse davvero la fine di tutto? Dove vado a cercarle le forze per ricominciare di nuovo a lottare?”si chiede smarrita. Afferra il cellulare e chiama suo figlio. “Pronto Luca, sono la mamma, ciao come state tutti? Bene? Si? Anche io grazie, tutto bene, tanto lavoro come sempre. Pausa. Ci vediamo a pranzo, vuoi ? solo io e te per parlare un po’. Pausa . Anna stringe più forte il cellulare nella mano. Non puoi, va bene non importa. Niente di preoccupante, avevo solo voglia di vederti, tranquillo, faremo un’altra volta. Dai un bacio al piccoletto va bene? Ci sentiamo presto, un bacio, ciao ciao “La casa ripiomba di nuovo nel silenzio. Di nuovo nella calma, come se nessuna parola fosse stata detta, o pensata.
Una settimana dopo: Tribunale dei minori Istruttoria numero 629
Persone convocate: Victor Salinas e Rebecca del Noce, rispettivamente padre e madre della bambina Carlotta.
Luisanna del Ponte, Giudice del Tribunale dei Minori
“Signori siamo qui per decidere sull’affidamento del minore Carlotta Salinas. Ho letto la relazione della dottoressa Giordano e ascoltato i vostri avvocati, qualcuno vuole aggiungere qualcosa prima che legga la sentenza?” Victor, chiamato in causa esordisce senza mezzi termini: “Signor giudice, non permetterà a quello stronzo dell’amante di mia moglie di avere a che fare con mia figlia spero!” “Sig. Salinas moderi i termini altrimenti la faccio allontanare subito. Le sembra un modo di parlare nella mia aula? E lei avvocato contenga il suo assistito. Inoltre la persona alla quale fa riferimento, immagino, per sua informazione è ancora a casa in malattia per il trauma della caduta da lei provocata.” Anna tira la giacca al suo cliente, un breve segnale che dice stai zitto! “Mi dica sig.ra del Noce, è cosciente che se ottiene la custodia totale della bambina impedirà di fatto a suo marito di potersene occupare?” “Per quel che serve a Carlotta un tipo di rapporto simile…”risponde dura la moglie di Victor. Silenzio in aula “Cosa intende dire, mi faccia capire, può parlare se vuole” “Signor Giudice, Victor è una persona instabile, quando c’è sa’ di miracolo. Un’apparizione ha presente? Spesso se ne va’, sparisce senza dare spiegazioni e poi torna. In questi anni sono state più le notti che ho dormito da sola che con lui accanto. Ho sempre cercato di sostenerlo, proteggerlo, restargli accanto. Ma adesso è davvero finita. Non voglio vederlo mai più, e non riuscirà a farmi sentire in colpa per questo.”“Lo sai che ho sempre fatto quello che potevo” Victor si alza di nuovo. “Mettiti seduto e stai zitto. Non te lo ripeto più.” sibila Anna, dandogli all’improvviso del tu. Victor solleva la testa e pianta i sui occhi addosso a quelli del Giudice del tribunale. Silenzio in aula. Nessuno guarda nessuno. Lo sguardo di Victor è duro adesso, come un macigno che Anna sente addosso, sopra la sua faccia inspiegabilmente.
“Decido per l’affido condiviso. Mi auguro che i genitori di Carlotta, entrambi, vogliano riconsiderare l’idea di un qualche accordo fra di loro per potersi poi occupare nella maniera miglior della loro bambina. In termini pratici ma anche e soprattutto psicologici. La seduta è tolta. Buona giornata signori”Il giudice si alza e se ne va, da una porta laterale dietro le sedute. Anna e Victor si stringono forte la mano, sotto il banco dove sono seduti, uno accanto all’altra.
Sera, ristorantino in centro, atmosfera calda e tavoli in legno. Anna cena con la sua amica, Antonella, che conosce da sempre. Amicizie fedeli e poche incursioni di estranei nella sua vita. Porti sicuri in cui attraccare. Poca disponibilità ad incontrare persone nuove, a parte il lavoro naturalmente. Dicono si chiami zona di comfort e chi ci sta dentro, fatica ad uscirne. “Allora, dimmi, com’è la storia con questo bel misteriosissimo cliente appena arrivato con cui te ne vai a passeggio sulla spiaggia in pieno giorno?” “Ma no, si schernisce Anna, era solo per rompere la tensione, stabilire un contatto di fiducia, che devo dirti, comunque è vero, quell’uomo ha un non so che negli occhi. Oh, non credere sai, è uno sfacciato, un collerico, e non ti dico che ha combinato perché ho il segreto professionale. Comunque non è appena arrivato. E’ da un po’ che ho a che fare con lui.” “Eh cara mia, l’istinto del cuore lavora a questo modo, risponde a regole tutte sue!” Replica Antonella con l’aria di chi la sa lunga su queste faccende. “Ma che cuore e cuore, è lavoro dai, e poi con il pensiero che ho per mercoledì stiamo qui a parlare di queste stupidaggini, Tu mi accompagni vero?” “Certo” risponde Antonella “ti pare che ti mando sola? A che ora dobbiamo essere in reparto? Vedrai che andrà tutto bene. Ma al bellissimo Victor lo hai detto?” la stuzzica ridendo l’amica, così, forse solo per distrarla. “Oh ancora con questo Victor! Si chiama Salinas e no che non gliel’ho detto, sono fatti miei. Come ti viene in mente, è solo un cliente ti ho detto. Basta con questa storia ti ho detto” Anna ha assunto un tono di voce serio, che non ammette replica. Le suona il cellulare nella borsa, proprio in quel momento. Guarda il display: è Victor, alle 10 della sera. Parli del diavolo dice all’amica sorridendo. Come mai non si stupisce questa volta dell’incursione nella sua serata è un mistero comunque si alza: “Scusami rispondo un secondo. “Si pronto, si si sono io, ah buonasera Victor, che succede? Adesso? non so, non credo….” L’amica fa un gesto con la mani che dice “vai , vai!” “Va bene, fra 15 minuti allora, si , sotto lo studio, a dopo.”Antonella sorride ”Ma che hai da ridere, è lavoro, te l’ho detto, ha urgenza di parlarmi” “Va bene, si chiama così adesso! Alle dieci della sera poi! Ciao ci sentiamo domani!”
Sotto lo studio di Anna, 20 minuti dopo….
Anna arriva a passo veloce, a piedi, concentrandosi sulle pozzanghere per non rovinarsi le belle scarpe col tacco comprate proprio quella mattina in un impeto di vanità . E’ molto carina, poco trucco e i capelli sciolti, luminosi. Gli va praticamente a sbattere contro “Victor, mi scusi, non l’avevo vista, è molto che mi aspetta?” La battuta sarebbe facile e molto, molto scontata: da tutta la vita, ci starebbe quasi bene… “No, no sono qui da un minuto, devo parlarle” E riamane impalato lì davanti a lei. Inizia a raccontare dell’appartamento che ha appena trovato. Glielo lascerà usare un suo amico per un po’. Vede il mare e la spiaggia. Poi si sforza di tirar fuori qualcosa di molto interessante ed urgente tanto da giustificare quell’incontro e la telefonata alle 10 della sera. “Scusami se ti ho telefonato a quest’ora..” ecco che le dà del tu, così senza poterne fare a meno ” Ma figurati, tanto oramai l’ho capito che fai sempre quello che ti passa per la testa. Comunque cenavo proprio qui dietro con un’amica, dimmi, cosa è successo? Certo che hai sempre questi modi tu….” “Non è successo niente, tranquilla! E che sabato ho Carlotta con me e voglio portarla fuori. Una gita, alle cascate delle Marmore. Perché non vieni con noi?“ L’aria è ferma, la strada silenziosa. Anna e Victor sono in piedi uno di fronte all’altra in mezzo alla strada . “Non è possibile” risponde Anna, più in fretta di quanto avrebbe voluto. “Cioè?” “ Allora quando parlo tu non mi ascolti!” Victor sconfinava sempre, in qualche modo. “Ma stai scherzando, io sono il tuo avvocato, non una tua amichetta! Non posso venire e basta. Non so come ti sia venuto in mente di chiedermelo” Sembra arrabbiata e Victor rimane in silenzio. Anna continua “Renditi conto che hai avuto fortuna in questa storia, vedi di non rovinare tutto per favore. E pensa prima di parlare altrimenti qui non andiamo da nessuna parte. Non puoi fare sempre quello che ti viene in mente. Ci sentiamo domani Victor, adesso è tardi, sono stanca, buonanotte.” Victor incassa e come sempre sembra placarsi di fronte alle sfuriate di lei. “Sembra che non ne faccia mai una che ti va bene. Mi era sembrata un’idea carina. Vado via ci sentiamo” e si allontana, lasciandola in mezzo alla strada. Una parte di lei sta sorridendo però, proprio come il viso di Victor che andandosene, senza voltarsi, lascia qualcosa nell’aria di cui entrambi sono consapevoli. Che manipolatore pensa Anna…un’idea carina… Le sue risposte la colpiscono sempre in qualche punto molle del suo corpo. La fanno barcollare. Vorrebbe lasciar perdere. Pensare al suo intervento che potrebbe spazzar via tutto in un attimo. Lui la voleva portare con sé, insieme alla figlia. Da non crederci. S’incammina verso la sua macchina. Raddrizza le spalle. Immagina lui che si gira e che la segue con lo sguardo. Cammino anche diversa, che scema che sono pensa, prima di mettere in moto l’auto e avviarsi verso casa.
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