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3 MINUTI DI FELICITÀ, BLOG AMORI&PSICHE
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Tre minuti di felicità | Quinta puntata

 Anna , appena il sig. Salinas  se ne và parla con la segretaria “Mi prendo il pomeriggio Francesca, ci vediamo domani mattina” E si avvia verso l’uscita del palazzo, lentamente, quasi a rimandare l’appuntamento cerchiato in rosso che ora lampeggia forte dentro di lei. Lo studio della sua ginecologa si trova nella parte opposta della città e in macchina, mentre paziente rimane in coda ad aspettare l’ avanzare nel traffico, il viso dell’uomo che ha appena avuto di fronte le compare davanti, ancora. Un quadro di Picasso, ecco cosa le ricorda il viso di Victor. Un ovale allungato con occhi grandi e all’ingiù, il naso forte e lo zigomo alto. Capelli brizzolati e tagliati corti sopra una serie di espressioni che passano dalla notte al giorno senza mai fermarsi. Un senso d’inquietudine la sta accompagnando e per lei, abituata a viaggiare leggera, anche una leggera oppressione al petto.  Un uomo esplosivo, ardente, con una vena di follia però nello sguardo. Sicuramente  innamorato di sua moglie. O forse no. Qualcosa comunque nasconde, lo sente a pelle.

Studio del medico : dott.ssa Mimmi Giangiacomi.
Anna è  sdraiata su un lettino, nuda dalla cintola in su. Trattiene il respiro e rimane ad occhi chiusi. Poi sente improvvisamente freddo. Una pistola senza punta, rotonda e scivolosa le sta schiacciando il seno muovendosi con un moto circolare. Vorrebbe prendere la mano che guida quel movimento e allontanarla da sé. Vorrebbe alzarsi, vestirsi e andarsene via, senza salutare, senza ascoltare nessuno. Vorrebbe esser fuori, con il freddo sulla faccia, lontana da quel posto, dall’idea di qualcosa che dentro di sé non ubbidisca alla regola della non violenza. “Anna, abbiamo finito. Si asciughi con questo telo e poi si può rivestire”
Anna esegue ubbidiente e pochi minuti dopo, ricomposta, si siede sulla sedia di fronte  alla scrivania della dottoressa. ” Il nodulo è sospetto anche se l’ ecografia non ci da certezze.” esordisce senza preamboli il medico. “Possiamo scegliere tra due strade: fare una biopsia del nodulo sotto guida ecografica e aspettare il referto istologico oppure, in anestesia locale fare una nodulectomia e mandare il nodulo ad esaminare. Una terza possibilità è operarla in anestesia generale, fare una nodulectomia, l’esame estemporaneo per sapere subito di cosa si tratta e quindi decidere come procedere. Io le consiglio di prendere in esame la nodulectomia chirurgica. È un intervento rapido e poco invasivo che potrebbe risolvere definitivamente il problema. Da un’allerta tornado a semplice tempesta tropicale. Ha capito bene? Vuole che glielo ripeta?” Anna senza accorgersene va a cercare con la mano il nodulo che 2 settimane prima aveva sentito sotto le dita mentre distratta stesa sul letto pensava a tutt’altre faccende.  Balzata in piedi come colpita da una scossa  con le mani  che tremavano aveva cercato nella rubrica il numero di telefono della sua ginecologa pensando che non poteva essere un’altra volta la stessa prova, di nuovo a lei che già una volta aveva avuto a che fare  con quel mostro. Da quanto non faceva il controllo? Come aveva potuto essere così superficiale e superba pensando che a lei non sarebbe mai più successo nulla? Sotto quale protezione onnipotente credeva di vivere? “Va bene, ho capito, procediamo pure dottoressa, va bene fare l’intervento.  Quando pensa sia possibile farlo? A questo punto, prima  lo facciamo e meglio è” 
“La faccio contattare dalla caposala del reparto. Vedrà che dovrà aspettare molto. Si tenga pronta. E non si abbatta, stiamo soltanto cercando di capire che cos’ha.” “Va bene, la ringrazio molto. A presto allora, aspetto notizie.” Uscita dallo studio Anna si dirige verso casa. Ha fretta di ritrovare il rumore dei suoi spazi inviolati. La gatta che le si accoccola addosso, il suo telecomando che la porta in una serie tv così lontana dai suoi giorni da permetterle di prendere distanze immense dal presente. I silenzi riempiti  soltanto dai suoi pensieri scollegati. Buffo come  ci  si riesca a concentrare sul nulla quando un pensiero diventa invasivo, come quello che forse le sta crescendo addosso.

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