Ieri un viaggio da Milano in treno è stato motivo di
riflessione per me che , ormai da qualche anno, faccio dei gran viaggi
dentro le vite delle persone, ma pochi di spostamenti fisici reali.
Ore 18 e 35: Freccia bianca Milano/Ancona
Le ragazze si siedono davanti.
Sono munite , praticamente armate di
auricolari, cellulari in mano, tablet collegati e appoggiati sul tavolino a
ribaltina difronte a loro.
Nessun bagaglio.
Piazzatissime cominciano a parlare
simultaneamente fra di loro, al cellulare con ”
papi, si mi viene a prendere la Gianna e andiamo a cena allo Spaghettino
” e commentano insieme le chat on line ”
guarda quella scema di Carmen che sta collegata 24 su 24 … io faccio apposta
a non guardarla quella sfigata ah ah ah” …Spietatissime
gestiscono il traffico dei loro rapporti sociali sedute comodamente in posti
riservati fra Milano e Modena.
Belle e biondissime, truccate perfette e con
bocche scolpite le osservo parlare del nulla per almeno 2 ore.
Le voci alte impediscono qualsiasi attività a
chi le circonda in un raggio di almeno 10 metri.
Il mondo intorno a loro, se non passa attraverso
lo scanner dei loro cellulari non esiste.
Le osservo, muta.
Il libro abbandonato davanti a me inservibile.
Vorrei dire qualcosa del tipo : “ehi
, non siete sole qui dentro” ma…nei posti dietro di me, a fianco a me e
davanti a me……sta succedendo la stessa identica cosa.
Inoltre, confesso, mi fanno anche un pò paura!
Il tizio a fianco a me addirittura ride….ha su
gli auricolari e guarda il suo piccolo schermo…mi vien voglia di
chiedergli…..: “ma di cosa sta ridendo con così tanto gusto, fà guardare
anche me?”
Arriva il controllore, giovanissimo.
Nessuno ha più un biglietto cartaceo in mano.
Senza smettere di chattare, parlare al
cellulare e quant’altro mostrano tutti lo schermo del cellulare dove c’è,
ho sbirciato, un quadratino nero con un sacco di disegni dentro.
Un sguardo veloce ed è fatta.
Nessuno ha parlato con nessuno di fisicamente
vicino.
Una babele di storie, di appuntamenti, di
discussioni, tutte vissute all’interno del proprio recinto. Invalicabile.
Tempi differenti, modi differenti.
Comunque, appena arrivo a casa mi scarico l’app
di Trenitalia per mostrare anche io la prossima volta quel quadratino al
controllore.
Non vorrei non mi accettasse più e mi facesse
scendere.
E fondamentali le cuffiette.
Libri? Due chiacchere con il vicino…?
Per carità, mi avvantaggio con le mie cose
mentre viaggio no?
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