Gentile signore,
ieri, senza volere, abbiamo perso la pazienza con lei. Ce ne dispiace assai. Dovremmo aver imparato, a questo punto della nostra vita e attività a controllare reazioni/emozioni. Ascoltare pazienti, non ribattere più di tanto, far “sfogare” le persone quando sentono la necessità di parlare. Ieri non ci siamo riuscite. Invase dalla sua “potenza verbale” che, come un treno, ci è passata sopra abbiamo perso il nostro proverbiale aplomb (dal francese: un abito che cade a piombo, cioè in perfetto stile) e detto quello che mai andrebbe detto: la nostra verità.
Primo comandamento della perfetta matrimonialista: mai lasciarsi trasportare dalla corrente. Chiediamo scusa e quanto prima lo faremo di persona. Certo, sentirci dire come lavorare, farci riprendere come scolarette su verbi a suo dire usati impropriamente, ascoltarla mentre elenca difetti strutturali di qualcuno conosciuto per 20 secondi e denominata “quella là” ha giocato un suo ruolo persino per noi, consumate ascoltatrici e amanti appassionate del nostro mestiere. E come dice il famoso proverbio salva vita: QUANDO CE VO’ CE VO’!
Premesso questo, gentile signore, chiediamo ancora una volta scusa e potremmo anche fare voto di silenzio per tutta la durata dei nostri prossimi colloqui….. senza promettere nulla ovviamente!