La vita va bene: abbiamo un buon lavoro, progetti, speranze, amici, inviti ma….. nel nostro momento di quiete, prima di dormire, in quello spazio sfumato che separa il reale dall’irreale apriamo la porta a qualcuno che non dovrebbe essere lì: il nostro fantastico fantasma che abita da anni, come un clandestino, la nostra nave. Non ha prove da superare, ne delusioni da farci sopportare ( quello che doveva fare, se siamo qui a parlarne, lo ha già fatto).
Vive beatamente nei nostri pensieri, sempre pronto a pennellare di grigetto chi, reale e sanguigno, litiga con noi ed esulta con noi ogni giorno. Esile la scia che lascia dietro di se fatichiamo spesso a ritrovarla ma… la teniamo ben stretta fra le mani perché ci consola, ci appartiene, non cambia mai ed in fondo, che male ci può fare?
I fantasmi del passato non hanno alcuna responsabilità sulle loro azioni presenti e siamo noi a tirarli continuamente in ballo usandoli per fermarci spesso cambiando poi strada all’improvviso. Le persone vere, reali, imperfette che ci stanno accanto hanno pochissimo margine di azione. Combattono battaglie perse in partenza e spesso nemmeno lo sanno.Vogliamo davvero andare avanti con le nostre vite?
Davvero, non siamo stanchi del torcicollo permanente a forza di guardare dietro di noi? Basta fantasmi. Basta baci allo specchio nella nuvola appannata soffiata come per magia dopo la doccia del mattino. La vita è di chi c’è. Adesso.
Il tuo silenzio dici è pieno di me.
Così so come si sentono i mort i pensati dai vivi.
Michele Mari, Cento poesie d’amore a Ladyhawke