Oggi, l’8 aprile di 48 anni fa, moriva Pablo Picasso, pittore e scultore spagnolo. Di lui si è scritto
moltissimo, quindi cercherò di raccontarvelo in un modo, meno conosciuto. Quando Pablo Ruis Picasso
viene al mondo, il 25 ottobre del 1881, tutti pensano che sia morto. Per questo viene lasciato dalla levatrice, su un tavolo, accanto alla madre affranta dal dolore. Sarà lo zio paterno a cercare di rianimarlo e infine, fortunatamente, a salvarlo riportandolo alla vita. Nasce morto uno dei più grandi artisti del 900.
Questo, forse, spiega l’incredibile vitalità di un artista che non si è mai riposato in tutti gli anni della sua
lunga vita. La sua è la storia di un talento che non si è mai accontentato, che non ha mai smesso di
imparare, di crescere e di cambiare. Aristotele diceva:” La vita è nel movimento”. Picasso sembra
aver fatto di questa massima il motto della sua esistenza.
Già a 14 anni, con l’aiuto del padre maestro di disegno, raggiunge una perfezione tecnica
notevole tanto che il genitore lo spinge a cercare un suo stile. Inizierà così un percorso che lo porterà a
ricercare forme sempre nuove che interpretino il suo mutevole mondo interiore. A 19 anni si trasferisce a
Parigi e in questi anni il colore è la metafora della vita del pittore.
Il periodo blu, segnato dal suicidio di un amico, è un periodo difficile e triste. Il blu è il colore
della solitudine, della miseria, del freddo. Arriva poi il momento della gioia e della felicità, grazie anche
all’incontro e all’inizio di una relazione duratura e passa dal blu alla gioia del rosa, dove i soggetti
rappresentati sono saltimbanchi, arlecchini e maschere. Ma la ricerca di Pablo è solo all’inizio.
Nel 1907 inizia l’avventura cubista che porta con sé le prime critiche. La sua pittura viene considerata poco realistica ed esteticamente brutta, ma dopo le critiche, arriva anche il successo. Molti artisti, una
volta raggiunta la popolarità si adagiano riproponendo ciò che li ha resi famosi, ma non lui,
Picasso, che invece ha avuto la rara capacità di continuare ad evolvere e cambiare. Compiuti 70 anni,
dopo una vita piena d’amore, di donne e di figli, incontra il suo ultimo amore di 26 anni, Jacqueline
Roche e il suo stile cambia nuovamente confrontandosi con una nuova sfida artistica,
dedicandosi alla reinterpretazione dei suoi maestri (Velasquez, Goia, Delacroix, Manet).
Nella vita di tuttinoi, ci confrontiamo con numerosi esperienze ed incontri, alcuni ci rendono felici, altri ci fanno soffrire.
Entrambe le esperienze hanno un potere nascosto. Questo potere risiede nel cambiamento che noi
possiamo ricavarne. Rinnovarsi e crescere significa cogliere questo messaggio, ascoltarlo e seguirlo,
ognuno a modo suo. Essere permeabili e aperti al cambiamento. Questo è, a mio avviso il più grande
insegnamento di Picasso.
Federica M.