I vecchi hanno un senso in questo nostro mondo?
E quand’è ESATTAMENTE che una persona diventa vecchia, considerando che agli occhi di un sedicenne uno di trenta è già vecchio?
Quando non riesce più a piegarsi in ginocchio ad ascoltare il rumore del suo giardino?
O quando semplicemente smette di avere un qualsiasi tipo di interesse ad ascoltare chiunque? Si è vecchi quando non si comprendono più le pene d’amore altrui e si sorride, come al racconto di una favoletta, senza più brividi?
O forse la vecchiaia inizia quando si smette di lavorare?
E se la pigrizia impedisce l’uscita con l’amico di sempre, si è vecchi?
E ancora, quando tutti i medici da cui ci si reca, dal primo all’ultimo, all’elenco dei sintomi alzano la spalla, hanno un sorriso bonario e dicono ” è l’età, non si preoccupi, soltanto l’età”.
Oppure, molto più verosimile. Non è affatto una questione di vecchiaia, portata spesso con altera intelligenza, bensì di abbandoni.
Altra domanda: la fragilità del vecchio fa’ tenerezza? O stanca, diventa incomprensibile e la si fugge, come una mannaia che più tardi ci arriva sulla testa è meglio è?
Eppure la vecchiaia di tua madre ti sconcerta e quella di tuo padre ti spaventa. Osservi i tuoi genitori perdere abitudini, giorno dopo giorno . Li senti dire che, nel loro ristorante preferito non andranno più perchè “troppe scale” e improvvisamente ti regalano cose di cui son sempre stati gelosissimi. E tu accetti , sorridi, ringrazi e dentro rimani immobile, con il cuore sospeso. Poi senti una strana rabbia montarti dentro. Non sopporti la debolezza che circonda le loro gesta e ti spazientisci. Forse ti domandi, dove ti rifugerai quando la vita ti farà ancora paura?
Eppure, chiedere ad un vecchio di raccontarti l’amore della sua vita, se non è timido e se lo ricorda, può essere una pagina di poesia pura. Gli occhi si riempono di luce, il corpo si raddrizza e il tempo smette di correre. “Mi ricordo quando la vidi arrivare….” oppure ” mi ricordo quando mi baciò la prima volta…!”
E il miracolo dell’amore si ripete, come se non ci fosse un domani, esattamente come la prima volta.
I vecchi di oggi, sono stati ragazzi, tutti, e vorrei ci fosse un genio qui ora davanti per chiedergli di mostrarmi mia madre a 20 anni.
I suoi vestiti e le sue corse. Il diario sul quale scriveva o le amiche con le quali accendeva la prima sigaretta….e poi mio padre, quando si conobbero…il primo bacio, la prima lettera, il giorno del matrimonio.
I vecchi, vecchi negli occhi di chi li guarda e spaventati a morte, perchè dentro si sentono vent’anni. Vecchi da ascoltare per imparare e ridere con loro di un pettegolezzo che ancora li fà stupire.
Spero di diventare vecchia lentamente e mai per sempre.
E continuare ad occuparmi dell’amore, che è l’unica medicina vera che non teme il passare del tempo.
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