FORZA ALBANIA.
Chi ricorda il terremoto del 1972 ad Ancona? Avevo un amoretto al quale tenevo moltissimo. Mi addormentavo pensando a lui e canticchiando Claudio Baglioni di “Chissà se mi pensi…” Poi, in un secondo più nulla. In fuga dalla mia amata città, i fili strappati di qualsiasi legame, la paura di una fine imminente di tutto e i “grandi” che non sapevano più consolare i bambini. Il massacro delle vite perdute, degli oggetti abbandonati, delle scuole svuotate e su tutto questo un silenzio che tuonava lontano. Come quando si guarda all’orizzonte il cielo che si fa scuro e si dice: guarda, laggiù piove forte. Il “laggiù” oggi è l’Albania. I cani che raspano. Le sirene che avvisano. Sono dall’altra parte del nostro mare. Timide nuove mete delle nostre vacanze. Aiuti per i nostri anziani che siedono composte vicino a noi sul divano a guardare il telegiornale che mostra macerie e sguardi perduti.”Hai qualcuno là Maria?””Mia sorella….ma non riesco a parlarci”.Le stringo la mano e non dico niente.
L’umiltà
L’etimologia della parola è da ricondursi al latino humus = terra, pertanto humilis = umile è colui il quale proviene dalla terra.
Ragionando possiamo considerare la terra una “forza” alla quale occorre piegarsi, prima o poi. Quante volte ci è successo di dover abbassare la testa, ingoiare l’orgoglio, o meglio il rospo, e dover chiedere un aiuto?
Quante volte abbiamo capito lo sbaglio e chiesto scusa, oppure mollato dicendo basta, abbandono, non ce la posso fare!
Oppure un figlio che non riesce, e, solo per amor suo, piegarsi a chiedere qualcosa a qualcuno, che per noi stessi non avremmo mai accettato di chiedere?
L’umiltà è ingoiare l’orgoglio e andare avanti, con dignità, perché la terra è una LIVELLA, e, parafrasando Totò, prima o poi mette tutti sullo stesso piano. Non facciamo quindi troppo gli altezzosi. Pensiamo che la persona che abbiamo davanti, che ci sta chiedendo qualcosa, ha percorso una salita impetuosa per farlo, proprio come la dovremmo affrontare noi, se ci capitassero le sue stesse condizioni. E apprezziamo lo sforzo. Non umiliamolo (altra parola che deriva dalla principale) chiedendo spiegazioni inutili, perché non siamo Dio e la nostra suberbia potrebbe venire punita, prima o poi.
Chi si affaccia alla porta di amoriepsiche, ad esempio, fa un grande atto di umiltà, che lo porta inevitabilmente a dire, come prime parole: non avrei mai pensato di….
Davvero noi lo apprezziamo moltissimo, perché non è facile in un mondo che ci vuole tutti “splendidisplendenti” dichiarare un po’ di nebbia nella propria esistenza.
Proviamo ad essere più generosi, tendiamo la nostra mano a chi ce la chiede. Una volta congiunte, nessuno saprà chi dei due sta sorreggendo l’altro ed entrambi si sentiranno meglio.
Perché il segreto vero è fatto di amore! Sempre e soltanto di amore.